Dic 28, 2020

Claudia Fraschini

Claudia Fraschini

L’autrice del libro Beata o Dannata, ci ha raccontato di più sul nostro ultimo libro.

 

Ciao Claudia, cominciamo l’intervista con un piccolo trabocchetto. Descriviti in 30 parole!

Mai come oggi mi definirei un saltimbanco di cucina… all’interno della mia Cookin’ Factory! Nasciamo  come scuola amatoriale, ma oggi siamo anche una dark kitchen, realizziamo eventi, catering, team building e lezioni di food photography. E molto altro.

 

Puoi raccontarci da dove arriva l’idea e l’ispirazione del tuo libro Beata o Dannata? Raccontaci qualche aneddoto della sua produzione.

Era un momento difficile, di transizione vista la situazione Covid: arrivavo da un periodo molto positivo che segnava l’uscita dal buio del tunnel imprenditoriale, ho visto la luce della chiusura di un bilancio in attivo, ma solo per tre giorni. Poi il lockdown e… giù di nuovo nel buio dell’incertezza che ci ha inghiottiti in un boccone. Per riemergere il motto è stato uno solo: cercare nuove idee, nuove ispirazioni, cavalcare gli accadimenti e… ci e apparso Dante, il suo anniversario (700 anni dalla morte) e la nostra rinascita.

 

Hai un capitolo o una parte preferita? Se sì, raccontaci perché.

Tutto ciò che creo mi appartiene come se fosse un figlio e, come dico sempre, l’amore non si divide al più si moltiplica; ma l’inferno, devo confessarlo, mi ha divertita un sacco!

 

Per Trenta Editore la “buona tavola suscita emozioni”, cosa rende speciale la tua tavola?

La mia tavola è un processo emozionale circolare: cerco la bellezza in ogni cosa, parto dai veri protagonisti che sono gli ingredienti. Meravigliosi da soli, sono capaci di riempirti gli occhi di bellezza e suscitare l’amore necessario a trasformarli in un piatto che racconterà, a sua volta, a chi lo assaggia e se ne nutrirà, quella stessa passione.

 

Qual è la tua personale definizione di creatività?

La creatività per me è istinto puro, ascolto dei sensi ed elaborazione; un flusso continuo che nasce solo dall’intuizione.

 

Esiste un ingrediente che possa definirti? Quel particolare sapore che potrebbe descrivere la tua personalità, la tua storia e vissuto.

Direi la panna o, meglio ancora, la crema di latte. Sono cresciuta con il sapore meraviglioso della panna affiorata nel latte appena munto e bollito dalla mia bisnonna: un concentrato di amore, che dal latte appena munto diventava “caffellatte” nella tazza a pois bianchi e blu.

 

La Buona Tavola e il futuro, qual è la tua visione?

Sono una tradizionalista, una sostenitrice della cucina della tradizione, quella che parla chiaro e ti conforta lo spirito, quella che vibra di un’energia ancestrale che nutre e ristora.

 

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