Set 24, 2020

Dall’Uovo Cosmico all’uovo abitabile

Dall’Uovo Cosmico all’uovo abitabile

Le meravigliose avventure del design e dell’architettura.

 

Nella puntata precedente ci siamo lasciati con Fabergè, fulgido esempio di uovo/oggetto/gioiello.

Le uova Fabergè non rispettano certo le regole auree dell’industrial design ossia “forma e funzione”, ma sono un passo avanti per tirare fuori le uova dai quadri e metterle in casa e per giunta con uno stile inequivocabilmente altisonante.

Poi però arriviamo all’amara realtà di ogni giorno ed è lì che testiamo quanto può essere scomodo usare un Fabergè! Cosa stiamo farneticando?

Provate voi a rammendare un calzino con un uovo incrostato di diamanti.  Evviva l’uovo in legno per il rammendo, oggetto che abbiamo visto nelle mani di molti e che ancora oggi vive una fulgida esistenza. La quintessenza del perfetto connubio di forma e funzione!

Ma spingiamoci un po’ più in là ed entriamo -anche- nella progettazione.

Vi dice nulla il nome Arne Jacobsen?

Jacobsen fu architetto, pupillo di Ludwig Mies van der Rohe e Walter Gropius, ossia i padri di quel movimento che prese il nome di Bauhaus. Siamo negli anni 20 del secolo scorso quando Jacobsen iniziò a costruire la sua carriera come archistar, diciamo. Negli anni 50 si avvicina al mondo dell’arredamento e lì entrano in gioco le uova, e anche i cigni, ma a noi interessa l’uovo. Jacobsen crea la Egg Chair nel ’58, il progetto nasce per fornire la lobby dell’Hotel Royal a Copenaghen, ma dal 1958 in poi, quella poltrona entra diretta nell’Olimpo dei pezzi iconici del design moderno.

Eero Arnio continua la tradizione nordeuropea nel creare poltrone avvolgenti e nel 1966 presenta alla fiera di Colonia la Ball Chair, progetto al quale stava lavorando da tre anni. Fu un pezzo incredibile per l’epoca e ancora adesso fa scuola sia per l’idea progettuale sia per i materiali con i quali è realizzata: fibra di vetro, come le barche, negli anni ’60 una novità rivoluzionaria.

Quel dì alla fiera di Colonia del 1966 il giornale finlandese Helsingin Sanomat scrisse: “The most exciting chair in the world is on show at the Cologne International Furniture Fair. This egg-shaped chair hides its user almost completely from view and it is also sound-proofed.”

Il resto è indubbiamente leggenda.

 

 

La Ball Chair è definita come “pod” ossia una capsula, un uovo è una capsula abitativa organica. Questo concetto ha stuzzicato la fantasia di moltissimi architetti: come creare una casa avvolgente e funzionale? Usando, appunto, il concetto del “pod”.

La forma dell’uovo è perfetta e naturale, è comune in natura e quindi ricrearla genera una immediata connessione tra gli esseri umani e l’ambiente. L’uovo contiene le sequenze della Sezione Aurea e dunque quando diventa un manufatto umano non disturba, non appare inadeguato, è una forma che conosciamo.

Il National Center for the Performing Arts di Beijing comunemente chiamato “The Egg” ne è un fulgido ed enorme esempio.

Progettato dall’architetto francese Paul Andreu, questa struttura incredibile si adagia su un lago artificiale che la riflette magistralmente. Chiaramente è un progetto contemporaneo, futuristico, sembra una nave spaziale…a forma di uovo (o di perla, come scriveva Andreu).

Ci sono progetti architettonici decisamente più piccoli per dimostrare la bontà della forma ovale in ogni contesto abitativo e il suo relativo concetto di “pod”.

Che ne dite di passare una notte in spiaggia? Dentro un uovo? La Corea del Sud potrebbe coronare il vostro sogno grazie agli Albang Egg-Shaped Pods sulla spiaggia di Osan, Seoul. Progettati dallo studio Yoon Space + Song Pyoung sono un esempio, bello, di come sia possibile vivere “outdoor” in modo ecosostenibile e “naturalmente mimetico”.

 

Il nostro percorso per scoprire le uova da dei punti di vista differenti non finisce qui, abbiamo ancora qualcosa da dire, ma nella prossima puntata ci inoltreremo nel magico mondo dell’entertaiment: dall’uovo abitabile, alle uova cinematografiche.

Chiara Formenti

 

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