Apr 3, 2020

30 Storie

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30 Storie

Vi presento la nostra categoria.

 

“Non è la prima volta eppure è come se lo fosse.

Sarà perché lo è davvero per Anna, scrittrice al suo primo romanzo. O forse perché oltre a essere la sua prima esperienza, è anche un’altra nostra prima esperienza: La cena della Vigilia apre di fatto 30 STORIE, la nuova collana di racconti di Trenta Editore.

E allora eccomi davanti a una pagina bianca che dovrebbe e vorrebbe dirvi qualcosa di Gaia e di Celeste, delle loro avventure, di come hanno saputo affrontare il dolore, la privazione, l’affetto, il coraggio, l’entusiasmo, ma soprattutto l’amore. Un immenso amore per la vita, quella vita che alla protagonista hanno tolto prima ancora che lei potesse capirla. Ma che lei ha saputo ritrovare, comprendere e, non contenta, regalare ad altri.

Una storia come tante altre, forse.

Di certo una storia che mi è piaciuto leggere perché ogni tanto fa bene sapere: che si è fortunati, che ci si lamenta troppo spesso, che nella vita di tutti i giorni la cosa che ci infastidisce di più è quasi sempre un bicchiere d’acqua a temperatura ambiente quando lo avevamo chiesto freddo.

Mi hanno insegnato che la vita carica le persone di quello che sono in grado di sopportare: ma gli uomini hanno un bisogno incontrollabile di trovare una ragione all’irrazionale. Forse.

Quello che oggi non vorrei mai smettere di fare è incontrare persone, conoscere le loro storie, raccontare loro la mia, vivere con loro. Per cinque minuti, un’ora, per sempre. Chi può dirlo. Non puoi sapere chi o cosa ti cambierà la vita, puoi solo fare delle scelte.”

(da La Cena della Vigilia, Trenta Editore)

 

Quando l’agenzia che sta lavorando sull’immagine della mia azienda mi ha chiesto di pensare delle storie che raccontassero la mia esperienza editoriale, in un momento tanto difficile come quello che stiamo vivendo, il pensiero è andato quasi subito alla Prefazione che, nel 2009, scrissi per il primo libro di una nuova collana che stavamo lanciando. Trenta Editore aveva appena compiuto 5 anni e quel libro fu una vera impresa: era un romanzo, in un mondo pieno di romanzi, per una casa editrice che non aveva mai pubblicato romanzi e, peraltro, di una scrittrice sconosciuta.

Ebbene, il libro, la storia del primo caso di parricidio in Italia, ebbe un successo di vendite e apparizioni in televisione inimmaginabile, se non nei miei desideri più profondi.

Avevo creduto in quella donna solare, nella sua storia di coraggio, di resilienza e amore per una vita che le stava togliendo tutto. Ma è nelle difficoltà che ritroviamo noi stessi, i valori che ci rendono quello che siamo e che decidiamo fare qualcosa per gli altri: e il suo volerlo raccontare, a distanza di tanti anni dai fatti, mi era sembrato un segnale per iniziare una nuova avventura, nella mia già audace avventura di diventare editore.

Avevo mosso i primi passi sfidando un mercato consolidato e difficile e ora, dopo 5 anni, mi ritrovavo di nuovo ad affrontare una scelta non scontata, ma con una determinazione diversa. O forse solo una considerazione diversa: quella di essere riuscita a portare ‘buone’ storie nelle mani di tante persone e di volerlo continuare a fare.

 

Barbara Carbone